È tornata la truffa delle chiamate che squillano e poi spariscono: si chiama Wangiri e può costarti caro. Sempre più italiani stanno ricevendo telefonate lampo da numeri sconosciuti, spesso internazionali, che si interrompono dopo uno o due squilli. Un gesto apparentemente innocuo che, in realtà, nasconde una rete ben organizzata di frodi telefoniche.
Come funziona la truffa Wangiri
Il termine Wangiri viene dal giapponese e significa letteralmente “una chiamata e via”. È il nome che identifica un tipo di truffa ormai diffuso in tutto il mondo e oggi tornato prepotentemente anche in Italia. Il meccanismo è semplice ma insidioso: il telefono squilla una o due volte e poi la linea cade. L’obiettivo è spingere la vittima a richiamare il numero, che spesso appartiene a servizi a pagamento o a centrali estere che generano profitti per ogni chiamata ricevuta.
I truffatori utilizzano diversi stratagemmi per rendere la chiamata credibile. Alcuni acquistano numeri dismessi, intestati in passato a negozi o professionisti realmente esistenti, per dare l’illusione di una telefonata legittima. Altri invece utilizzano numerazioni internazionali, spesso associate a prefissi di Paesi come la Bielorussia (+375), la Libia (+218) o la Moldavia (+373), inducendo la vittima a pensare che si tratti di un corriere, di un’azienda o di un sito di e-commerce.
Ciò che rende la truffa così efficace è la naturale curiosità delle persone. Chi riceve una chiamata improvvisa da un numero sconosciuto tende a richiamare, spinto dal timore di perdere un’informazione importante o di non aver risposto a un contatto lavorativo. Ma basta un solo richiamo per attivare il meccanismo di addebitamento o, nei casi più gravi, permettere ai truffatori di raccogliere dati personali attraverso sistemi automatici.
I segnali per riconoscere una chiamata sospetta
Molti utenti segnalano che le telefonate arrivano in orari inconsueti, come la notte o la mattina presto, o che il telefono smette di squillare appena si tenta di rispondere. In alcuni casi, la chiamata sembra provenire da numeri italiani, ma in realtà si tratta di falsi prefissi mascherati da software che alterano l’origine reale della chiamata.
Un altro indizio importante è la ripetizione: chi è finito nel mirino dei truffatori riceve spesso più squilli nell’arco della giornata, da numeri diversi ma simili nella sequenza iniziale. Questo accade perché i sistemi automatici di chiamata (robocall) testano le linee attive e segnano come “valido” ogni numero che mostra segni di attività, anche senza risposta.
Una volta “validato”, il numero viene inserito in liste vendute illegalmente ad altri gruppi, moltiplicando il rischio di ricevere ulteriori truffe o messaggi fraudolenti. Da quel momento, il telefono può diventare bersaglio di spam, tentativi di phishing o persino furti di identità digitale.
Come difendersi e cosa fare se ricevi una chiamata sospetta
Il primo passo è non rispondere e non richiamare mai numeri sconosciuti che si interrompono dopo uno o due squilli. Anche se la tentazione è forte, è fondamentale evitare qualsiasi interazione. In caso di dubbio, è possibile verificare il numero su portali di sicurezza telefonica, dove altri utenti segnalano truffe o chiamate sospette.
È utile anche bloccare immediatamente i numeri sospetti direttamente dallo smartphone. I sistemi Android e iOS offrono funzioni integrate per segnalare lo spam, ma esistono anche app dedicate che riconoscono e filtrano automaticamente le chiamate fraudolente.
Un altro accorgimento importante è disattivare il richiamo automatico dei numeri recenti, una funzione che in alcuni telefoni o smartwatch può causare chiamate involontarie verso numeri pericolosi. Se hai già richiamato un numero di questo tipo, contatta subito il tuo operatore per segnalare la possibile truffa e chiedere il blocco dei numeri internazionali a pagamento.
Infine, se noti movimenti strani sul conto o sul credito residuo, sporgi denuncia alla Polizia Postale o segnala il caso al Garante per le Comunicazioni. Le autorità italiane monitorano costantemente queste attività, ma la collaborazione dei cittadini è essenziale per arginare un fenomeno che continua a evolversi.
La nuova frontiera delle truffe digitali
La truffa Wangiri è solo una delle tante strategie con cui i criminali sfruttano la tecnologia per colpire le vittime. Negli ultimi mesi, le segnalazioni sono aumentate anche a causa della diffusione di numeri “riciclati”: linee dismesse da operatori legittimi e successivamente riattivate per fini illeciti. Questo consente ai truffatori di aggirare i filtri antispam e di apparire più credibili.
L’evoluzione del fenomeno mostra quanto il crimine informatico sia diventato sofisticato. Ogni volta che vengono introdotte nuove misure di sicurezza, come filtri automatici o verifiche sui prefissi, i truffatori trovano un modo per adattarsi, cambiando strategia o sfruttando nuove vulnerabilità.
Per questo motivo, la consapevolezza resta la migliore difesa. Riconoscere i segnali di pericolo, evitare interazioni sospette e condividere le informazioni con altri utenti può fare la differenza tra cadere nella rete o bloccare la truffa sul nascere.
La prossima volta che il telefono squilla una sola volta e poi tace, non farti prendere dalla curiosità. Potrebbe sembrare un banale errore, ma dietro quel breve squillo potrebbe nascondersi un sistema ben rodato per svuotarti il conto o carpire i tuoi dati. Meglio un dubbio in più che una truffa in meno.